È una voce forte quella che si è levata oggi da Qualcomm contro l’amministrazione Trump. Al centro ancora una volta il caso Huawei e il relativo bando che impedisce al produttore cinese di fare affari con le aziende americane.
Questa mattina, era stato il Ceo del produttore cinese ad ammettere che, in presenza del bando, non sarà più possibile produrre processori Kirin, che al loro interno necessitano di tecnologia anche americana
Huawei sarà dunque costretta a procurarsi i suoi SoC da altri produttori, come MediaTek, Samsung e Qualcomm. Ma se il colosso di Shenzhen dovesse chiedere una fornitura a Qualcomm, il chipmaker americano dovrebbe chiedere e ottenere una licenza speciale per trattare con Huawei. Quella licenza speciale che non è stata concessa alla TSMC (che utilizza in parte forniture americane), e che è causa della prematura chiusura della linea di processori Kirin.
Huawei ha affermato che la serie Mate 40 sarà l’ultima gamma di smartphone ad essere animata da un chipset Kirin. Ecco perché Qualcomm vede un’importante opportunità per iniziare a lavorare con Huawei.
E per questo avrebbe iniziato a fare pressioni sul governo degli Stati Uniti.
Qualcomm ritiene che Huawei sarà comunque in grado di procurarsi il proprio hardware per realizzare telefoni 5G nel prossimo futuro e, così facendo, potrebbe cercare partnership con altre società non statunitensi come Samsung e MediaTek. In effetti, le voci di queste ora portano proprio a MediaTek, già fornitore del produttore cinese per alcuni modelli Honor.
Qualcomm perderebbe circa 8 miliardi di dollari all’anno se Huawei si rivolgesse altrove per i processori dei suoi smartphone. Insomma, una grande occasione mancata.
I due giganti della tecnologia hanno lavorato insieme in passato e continuano a lavorare considerato che Qualcomm fornisce chip di fascia bassa e media per alcuni telefoni Huawei, ma il produttore cinese non ha mai utilizzato i chip di Qualcomm per i suoi smartphone di fascia alta.