Ieri Huawei ha annunciato i suoi nuovi smartphone della gamma Mate 30 che introduce un set di fotocamere più potenti ed evolute, display Oled migliorati (quello del Pro ha i bordi verticali incurvati di 90 gradi) e tecnologie di ricarica sempre più spinte.
Insomma, il colosso cinese si conferma al vertice per innovazione, design e tecnologia.
Certo per molti è stata una sorpresa che Huawei abbia organizzato un evento di lancio in Europa in un momento in cui il bando imposto dal governo americano limita fortemente l’azienda di Shenzen nell’utilizzo dei servizi di Google. Ma per certi versi si è trattato di una dimostrazione di forza da leggere così: con o senza i servizi di Google la nostra attività di innovazione va avanti spedita. E a guardare Mate 30 Pro non ci sono proprio dubbi su questo.
Richard Yu, Ceo dell’azienda, è salito sul palco come tutte le altre volte, anche se è apparso chiaro fin da subito che non sarebbe stata una presentazione come tutte le altre. In un’intervista rilasciata alla stampa immediatamente dopo l’evento di lancio, Yu è tornato a parlare di alcune delle preoccupazioni che riguardano la strategia commerciale di Huawei.
Alla domanda sulla disponibilità dei Mate 30, Yu ha confermato che l’Asia sarà il primo mercato a commercializzare i nuovi telefoni. Yu ha spiegato di ritenere che i clienti nei mercati asiatici e mediorientali compreranno il telefono anche se privo dei servizi di Google. E ha aggiunto: “Non abbiamo altra scelta … siamo stati costretti a farlo … anche le aziende partner stanno dimostrando di comprendere bene la situazione”.
Huawei non ha ancora ufficializzato la disponibilità europea dei dispositivi Mate 30, ma ha comunque (curiosamente) rivelato i prezzi al dettaglio in euro. Huawei venderà gradualmente la serie Mate 30 mercato per mercato, ma Yu non ha rivelato alcun dettaglio specifico.
Gli utenti saranno comunque in grado di scaricare app, anche se queste non proverranno ufficialmente dal Google Play Store, ma piuttosto dalla App Gallery alternativa di Huawei. “Non va bene per Google”, ha spiegato Yu. “… abbiamo dato un grande contributo a molte aziende statunitensi”.
Alla domanda su come i clienti potrebbero reperire i servizi di Google, Yu ha risposto che “ci sono anche molte app di terze parti e luoghi in cui è possibile scaricare qualsiasi app”. Indirettamente, ha ammesso che ci sono modi per scaricare i servizi Google sul dispositivo ma, per ovvi motivi, Huawei non può preinstallarli.
Infine, un segnale significativo: al fine di “incoraggiare gli sviluppatori a lavorare con Huawei” tramite la App Gallery, la società cinese consentirà loro di trattanere l’85% dei ricavi risultanti dalla vendita delle app.
Insomma, la situazione è ancora in divenire: se dovesse cambiare dall’oggi al domani, Huawei si dice pronta a caricare tutti i servizi di Google sui nuovi dispositivi con un semplice aggiornamento OTA.