Chi è al corrente dell’ondata di problemi che ha investito Samsung dal momento in cui ha immesso sul mercato il Galaxy Note 7 a quello in cui ne ha interrotto la produzione, non può fare a meno di porsi una domanda. E cioè quanto il “caso Note7” sia costato in termini economici al produttore coreano.
I fatti di oggi fanno riferimento al secondo “profit warning” (il cosiddetto “allarme utili” che viene lanciato quando una società annuncia profitti inferiori alle attese degli analisti) emesso questa settimana cui seguirà secondo il management Samsung un ulteriore calo di 3 miliardi di dollari per i prossimi due trimestri. Somma che, aggiunta ai 2,3 miliardi di dollari che già gravano sul bilancio del terzo trimestre, porta a un totale di oltre 5 miliardi di dollari.
L’impatto negativo sui conti resta comunque sotto controllo e Samsung per arginare il danno economico e (soprattutto) di immagine tende a spingere le vendite dei suoi telefoni top di gamma, il Galaxy S7 e Galaxy S7 edge. Chi in Italia ha acquistato on-line uno dei 4.000 Galaxy Note 7 distribuiti in pre-ordine troverà utile il comunicato stampa che Samsung ha diramato lo scorso 11 ottobre nel quale invita i possessori dello “sfortunato” telefono a spegnerlo e a riconsegnarlo seguendo una delle modalità al suo interno descritte.