Ieri Samsung ha presentato al mondo il suo nuovo top di gamma: il Galaxy Note 8. Come sottolineato anche da altri colleghi, si tratta di un modello speciale per Samsung.L’idea di uno smartphone con queste dimensioni è infatti tutta farina uscita dal sacco dell’azienda coreana, la prima a scommettere su un display extra-size (regalandoci anche il neologismo phablet) che è stato prima deriso e poi imitato. Per non parlare del flop dello scorso anno (dovuto ai noti problemi con la batteria), una batosta che solo un colosso come Samsung ha saputo e potuto assorbire così bene, nonostante le ingenti perdite. Il comportamento proattivo di sostituzione le ha permesso di ridurre al minimo il danno di immagine, un po’ meno quello economico.
Galaxy Note 8: pochi rischi
Insomma, ci si poteva aspettare davvero di tutto da questo Galaxy Note 8, ma l’impressione è che Samsung non abbia voluto rischiare. Il note 8 è un gran bel telefono, intendiamoci, ma è troppo simile al Galaxy S8, da cui eredita il display borderless (Infinity display) e le due curvature del vetro ai bordi. Per il resto è leggermente più squadrato ma si tratta di inezie stilistiche. Per carità, il Galaxy S8 è probabilmente un dei telefoni più belli di questo 2017 quindi assomigliargli non è certo un difetto, ma l’impressione è che sia mancato un po di coraggio.
Per il resto le novità principali riguardano la doppia fotocamera (ma anche qui si tratta di soluzioni ampiamente già viste) e il pennino ora più preciso. Poco a mio avviso per uno smartphone che in Italia mancava da tre anni e con un prezzo così ingombrante.
Galaxy Note 8: il paradosso
Qualcuno potrebbe anche dire che siamo di fronte a un paradosso. Il Note 8 è bello, dannatamente potente, e state fargli le pulci solo perché assomiglia a un altro telefono, per di più del medesimo produttore? La risposta è sì, non fosse altro perché abbiamo fatto lo stesso quando in passato Apple ha commercializzato la versione S dei suoi smartphone. Ma non è questo il punto. Il pericolo è che manchi la spinta all’innovazione, questo sì un paradosso per un’azienda che spende ogni anno 140 milioni in ricerca e sviluppo. E se il Galaxy S8 “passa” oggi il suo display al Note 8, volete scommettere che il prossimo Galaxy S9 prenderà in prestito la fotocamera del Note 8?