Samsung Electronics Co. e il governo sudcoreano stanno investigando sulle cause che hanno provocato lo scoppio di alcune batterie e il conseguente ritiro dal mercato del nuovo Galaxy Note 7. La comunicazione ufficiale è arrivata domenica.
Non solo il gigante dell’elettronica di consumo ma anche gli stessi laboratori statali del Korea Testing Laboratory (KTL) hanno ricevuto cinque telefoni esplosi da analizzare, segno evidente che Samsung non è sola e che c’è anche lo stesso Governo a volerci vedere chiaro. Nella nota si fa anche riferimento ad un’analisi a 360 gradi in cui gli elementi analizzati non sono solo le batterie ma anche le tecnologie come lo scanner dell’iride e la tomografia computerizzata.
“Abbiamo consegnato i telefoni (che hanno preso fuoco) a KTL che coopererà nelle indagini, ma non possiamo semplicemente sederci e aspettare i risultati”, ha detto un funzionario di Samsung Electronics. “Abbiamo mobilitando tutte le risorse possibili per trovare la causa esatta del problema nel più breve tempo possibile.”
Il produttore coreano sta anche considerando un’analisi a stretto contatto con l’ente statunitense CPSC per i Galaxy Note 7 esplosi su suolo americano.
Nel frattempo le stime dei profitti per il terzo quarto del 2016 sono in caduta libera: 4,6 miliardi di dollari contro i 6.2 miliardi di dollari precedentemente stimati grazie alle vendite del Note 7. Stesso discorso per i prossimi due trimestri in cui la perdita dovrebbe ammontare a 3,1 miliardi di dollari.