Cosa provoca l’utilizzo compulsivo dello smartphone? Quali sono le situazioni in cui sentiamo il bisogno irrefrenabile di consultarlo?
Sono queste le domande che hanno spinto i ricercatori dell’Università di Washington a dare il via a uno studio che ha riguardato persone di età compresa tra i 14 e i 64 anni, i cui risultati definitivi verranno presentati il 7 maggio alla conferenza Acm Chi del 2019 su Human Factors in Computing Systems a Glasgow, in Scozia.
Ingannare la noia
Intanto trapelano i primi verdetti. A scatenare l’uso dello smartphone sono soprattutto i momenti di vuoto, o di attesa, così come l’inizio di compiti seccanti. E in queste occasioni che il telefono viene utilizzato più di frequente. Insomma, un modo per ingannare la noia.
Il mondo reale
Niente di rivoluzionario dunque, visto che si tratta di momenti comuni della vita di tutti i giorni. Più interessante, invece, la seconda parte della ricerca, quella che sottolinea le occasioni in cui ne interrompiamo l’utilizzo compulsivo. E lo facciamo, in gran parte, quando le sollecitazioni arrivano dal mondo reale, come l’incontro con un amico o quando ci rendiamo conto di essere starti troppo tempo al telefono perché “incontriamo” contenuti già visti. Infine, interessante notare come le risposte siano trasversali, ovvero praticamente identiche nonostante la diversa età dei partecipanti alla ricerca.
Insomma, parafrasando una celebre canzone del mitico e compianto “Califfo”, Franco Califano, lo smartphone è sempre al centro dei nostri pensieri (anche se lui la pensava diversamente). Tutto il resto è noia…