L’azione anti-Trump da parte dei social non si arresta negli Stati Uniti. Dopo la sospensione dell’account su Twitter e Facebook del quasi ex presidente a stelle e striscie, adesso tocca ai suoi supporter. In migliaia sono stati bloccati dalle piattaforme nelle ultime ore e giorni.
Twitter in prima linea
Dopo l’assalto del Congresso da parte dei sostenitori di Donald Trump, avvenuto il 6 gennaio nel pomeriggio di Washington con conseguenze tragiche, tutte le piattaforme social sono intervenute per “zittire” il presidente americano uscente. Twitter, social preferito dal tycoon, ha chiuso a tempo indeterminato il suo account. Facebook e Instagram lo hanno sospeso per almeno quindici giorni. E mentre Trump si sposta su Parler e medita di crearsi una piattaforma di proprietà, l’azione dei social, sempre più supportata da altri big made in Usa, non si ferma.
Google prende le distanze da Parler
Neanche il tempo che Trump passasse a Parler che Google sospendeva l’app usata dal tycoon e da conservatori ed esponenti dell’estrema destra. “Per garantire la sicurezza degli utenti su Google Play, le nostre norme di vecchia data richiedono che le app che visualizzano contenuti generati dagli utenti abbiano norme per la rimozione di contenuti che incitano alla violenza”, ha detto un portavoce.
YouTube elimina video a tema
Dopo aver rimosso il videomessaggio pubblicato da Trump mentre era in corso l’assalto al Congresso, YouTube ha fatto sapere che “qualsiasi canali pubblichi nuovi video con queste dichiarazioni false, violando le nostre politiche, riceverà un avvertimento, una sanzione che ne limiterà in via temporanea il caricamento o la diffusione in streaming”. Un portavoce ha detto ad Axios che “i canali che riceveranno tre avvertimenti nell’arco di 90 giorni verranno rimossi definitivamente da YouTube”.
Facebook contro “stop the steal”
E nel frattempo il social di Mark Zuckerberg sta bloccando tutti i contenuti che contengono lo slogan di Donald Trump “stop the steal”, “fermate il furto”, intonato anche dagli assalitori a Capitol Hill lo scorso 6 gennaio. Facebook ricorda di aver già bloccato due mesi fa il gruppo “Stop the Steal” che aveva oltre 300mila follower e divulgava disinformazione.
TikTok monitora gli hashtag
TikTok sta intervenendo sulle violazioni dei contenuti e reindirizzando hashtag come .stormthecapitol e .patriotparty alle linee guida della community. “I comportamenti di odio e la violenza non hanno posto su TikTok. I contenuti o gli account che cercano di incitare, glorificare o promuovere la violenza violano le nostre linee guida della community e saranno rimossi”, ha detto un portavoce.
PayPal segue a ruota i social
Pure il colosso dei pagamenti online PayPal si è mosso in una direzione simile. Ha bloccato la piattaforma di raccolta fondi GiveSendGo perché stava mettendo insieme donazioni a beneficio delle proteste di Washington. Molte aziende, come AT&T, American Express e Dow Inc hanno invece annunciato che intendono tagliare i finanziamenti agli esponenti repubblicani che hanno votato al Congresso per ribaltare la vittoria di Biden.