È di oggi la notizia che Sony ha introdotto nuove linee guida per limitare la presenza di contenuti sessualmente espliciti nei videogiochi della PlayStation 4. “Una mossa che punta a tutelare la reputazione della compagnia ed evitare l’accusa di veicolare un’immagine degradante della donna”. Lo riferisce il Wall Street Journal, secondo cui i nuovi standard non sono stati accolti con favore da tutti gli sviluppatori di videogiochi.
Lo streaming è internazionale
L’azienda temeva di perdere la propria reputazione su scala globale a causa dei contenuti sessualmente espliciti presenti nei giochi venduti in alcuni Paesi tra cui il Giappone, dove c’è più tolleranza per i nudi. A incidere è la diffusione di piattaforme online – come Twitch e YouTube Gaming – che trasmettono in diretta le partite ai videogiochi, valicando i confini nazionali. Un secondo fattore che ha inciso sulla decisione – sempre secondo i funzionari – è stato la crescita in Usa del movimento #MeToo, che ha fatto temere a Sony di essere associata a contenuti che veicolano un’immagine degradante della donna.
Non si può censurare l’arte
Eppure a chi scrive, la decisione di Sony appare anacronistica.
I videogiochi sono ormai riconosciuti come una forma d’arte, al pari del cinema e di altri media moderni. Sarebbe un po’ come chiedere a Michelangelo di mettere le mutande al celeberrimo David, o a Botticelli di mettere il reggiseno alla sua Venere.
Il fascino artistico di un corpo nudo è indiscutibile, soprattutto se si tratta del corpo di una donna. Ideale d’amore, bellezza, maternità e passione, la donna nuda ha rappresentato, per gli artisti di tutti i tempi, tutto quello che veniva considerato bello e sublime, ma anche dolce o peccaminoso. Il nudo ci accompagna fin dagli albori della civiltà e la rappresentazione del corpo ha caratterizzato tutte le arti figurative, attraversando i significati e le modalità di rappresentazione più diversi.
E vale anche per l’Italia
Del resto la tentazione di censurare l’arte, anche se per altri fini, non è nuova nemmeno nel nostro Paese. Molti di voi si ricorderanno, ad esempio, l’incontro istituzionale tra Matteo Renzi e il presidente dell’Iran Rouhani in Campidoglio, quando alcune statue di nudo dei musei Capitolini furono coperte con dei pannelli bianchi su tutti i lati.