Il suo nome è Tsai ed è un ex manager di Foxconn, azienda di Taiwan che costruisce molti dei componenti necessari ad assemblare gli iPhone. Ex, perché per lui nei giorni scorsi sono scattati gli arresti. Stando a quanto emerge da un’inchiesta interna, nel biennio 2013-2014 Tsai avrebbe sottratto a Foxconn circa 5.700 telefoni, tra iPhone 5 e iPhone 5s, destinati a test di laboratorio, quindi non costruiti per essere venduti. D’accordo con otto complici, anch’essi finiti sotto inchiesta, il team avrebbe ceduto i telefoni ad alcuni negozi di Shenzhen incassando una somma di circa 1,56 milioni di dollari. Il manager dovrà ora affrontare un processo rischiando fino a 10 anni di reclusione.
La storia si ripete
Foxconn ancora una volta balza agli onori delle cronache. Con più di un milione di collaboratori – l’azienda di Taipei lavora per conto di Apple ma anche di altri grandi brand della telefonia e dell’informatica – già nel 2015 aveva dovuto risolvere casi legati a tangenti intascate da suoi manager. Negli anni compresi fra il 2010 e il 2013 si era invece aggiudicata l’appellativo di fabbrica dei suicidi: 23 giovani dipendenti si erano lasciati cadere nel vuoto uccidendosi, pare per sfuggire alle disumane condizioni di lavoro cui erano sottoposti.