Spotify ha guadagnato 10 milioni di abbonati negli ultimi sei mesi, passando da 30 a 40 milioni di iscritti a pagamento al servizio di musica in streaming. Lo ha annunciato, giustamente soddisfatto, il Ceo Daniel Ek, novello sposo (ha celebrato di recente il suo matrimonio sul Lago di Como in compagnia, tra gli altri, del suo amico Mark Zuckerberg) e uno dei nuovi miliardari della new economy basata sulle app.
Quali sono i motivi di una crescita così repentina? Senza dubbio la decisione, presa a maggio 2016, di ribassare il costo dell’abbonamento family (sceso da 30 a 15 euro al mese) con conseguente aumento degli utenti che lo possono sfruttare, passati da cinque a sei. Questo sconto ha spinto familiari e amici a passare alla versione Premium senza pubblicità suddividendo il costo mensile in modo che non sia molto impegnativo.
Il successo di Spotify è evidente anche paragonando i suoi numeri con quelli del concorrente più agguerrito: Apple Music. Il servizio della casa con la mela morsicata vanta infatti circa 17 milioni di utenti. Certo è partito in ritardo rispetto a Spotify ma può vantare sullo sterminato bacino di utenti iPhone, iPad e Mac.