L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, presieduta da Angelo Cardani, è pronta a comminare le sanzioni ai gestori telefonici nazionali per la tariffazione a 28 giorni per le utenze fisse e convergenti (telefonia + Internet). Tim, Wind, 3, Vodafone e Fastweb sono nel mirino di Agcom già da mesi. Già a marzo infatti il garante aveva intimato loro, a mezzo di una delibera, di tornare alla tariffazione a 30 giorni. Obiettivo: ristabilire la trasparenza nelle offerte, la loro confrontabilità e il controllo di spesa da parte dei consumatori. Gli operatori però – che con il passaggio di fatturazione da 30 a 28 giorni riescono a incamerare quasi un canone in più l’anno – non hanno fatto quel passo indietro. Eccoci dunque ai provvedimenti sanzionatori.
Scrive l’Authority: «L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, relatore il Commissario Francesco Posteraro, ha deciso di avviare procedimenti sanzionatori nei confronti degli operatori telefonici Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb per il mancato rispetto delle disposizioni relative alla cadenza delle fatturazioni e dei rinnovi delle offerte di comunicazioni elettroniche. Al fine di garantire massima trasparenza e confrontabilità dei prezzi vigenti, nonché il controllo dei consumi e della spesa garantendo un’unità standard (mese) del periodo di riferimento delle rate sottostanti a contratti in abbonamento per adesione, con la delibera 121/17/CONS l’Autorità aveva infatti stabilito nel marzo scorso che per la telefonia fissa e per le offerte convergenti l’unità temporale per la cadenza delle fatturazioni e del rinnovo delle offerte dovesse avere come base il mese o suoi multipli. Al termine delle verifiche effettuate da Agcom, è risultato che gli operatori menzionati non hanno ottemperato alla delibera dell’Autorità. Agcom sta inoltre valutando l’adozione di ulteriori iniziative, anche per evitare che le condotte dei principali operatori di telecomunicazioni possano causare un effetto di “trascinamento” verso altri settori, caratterizzati dalle stesse modalità di fruizione dei servizi».
Il richiamo finale è alla pay Tv Sky, che da ottobre rimodulerà il periodo di tariffazione con canoni a 28 giorni invece di 30. Il tentativo è quello di arginare lo sconfinamento delle rimodulazioni dei canoni da 30 a 28 giorni ad altre tipologie di servizio. Le conseguenze per le finanze degli italiani sarebbero pesanti. Vedremo cosa accadrà e, soprattutto, come si pronuncerà il Tar cui si sono rivolti i gestori telefonici. In tutto questo non si fa menzione delle linee mobili: lo scontro verte solo sulle offerte per il fisso e le soluzioni convergenti (quelle in cui al fisso vengono aggiunti altri servizi tlc). Al fianco di AgCom si sono schierate le associazione dei consumatori.