Funzionalità avanzate, sticker, crittografia, gruppi fino a 200mila utenti: Telegram dà del filo da torcere persino a WhatsApp. L’app di messaggistica istantanea di Pavel Durov continua a conquistare utenti e popolarità. L’ultimo dato sugli iscritti italiani è di luglio e indica che gli utenti nel nostro Paese sono almeno 9 milioni. Scopriamo o ripassiamo insieme caratteristiche e curiosità.
1 Cos’è e come funziona
Telegram è un progetto open-source, basato cioè su un codice sorgente leggibile (e modificabile), lanciato il 14 agosto del 2013 dai fratelli russi Pavel e Nikolai Durov. Che si traduce in un’app di messaggistica istantanea molto simile a WhatsApp. Le chat sono raccolte in una lunga lista e l’interazione avviene come sull’app di proprietà di Facebook. Per guadagnare terreno sulla concorrenza, Telegram negli anni ha aggiunto funzionalità più evolute. Come la possibilità di organizzare le chat in cartelle. Gli sticker, poi, sono molto più avanzati o i gruppi da un massimo di 200mila iscritti. Su Telegram esistono anche i canali, cioè gruppi “broadcast” in cui soltanto il proprietario può scrivere per diffondere aggiornamenti o notizie agli iscritti con modalità uno a molti. Mancano però le videochiamate.
2 A tutta privacy (fino a prova contraria)
Prima di tutto la privacy. Telegram, dalla fondazione a oggi, ha fornito
esattamente zero byte di dati degli utenti ai governi. Perché, fin dalla creazione dell’app, ha offerto ai suoi utenti la possibilità di comunicare al sicuro dagli occhi indiscreti di governi e agenzie di sicurezza, grazie alla crittografia end-to-end.
3 L’alter ego russo di Zukerberg
Pavel Durov è il co-il fondatore insieme al fratello, ma soprattutto l’anima e la mente di Telegram. Rivale e alter ego russo di Mark Zuckerberg, è anche suo coetaneo. Pavel è nato il 10 ottobre del 1984, Zuckerberg il 14 maggio
dello stesso anno. Su di lui sappiamo chè è giovane, audace e d’appeal. E che ama l’Italia sin da quando era un bambino perché il padre, professore universitario, insegnava a Torino. Per questo considera il Belpaese la meta e il rifugio delle sue pause e vacanze. Oggi Pavel Durov non ha fissa dimora, vive parte dell’anno a Dubai e viaggia con un passaporto di St. Kitts and Nevis, ottenuto già nel 2014 grazie a un generoso contributo di 250mila dollari all’industria dello zucchero dell’isola caraibica.
4 Il successo in Iran
In Iran Telegram non ha rivali. In senso stretto. Dato il blocco nel Paese di
Facebook e Twitter, è l’app più utilizzata in assoluto. Rappresenta circa il 40% di tutto il traffico Internet del Paese.
5 Un valore da 5 miliardi di dollari
Mentre gli esperti stimano il valore di Telegram sui 5 miliardi di dollari, il fondatore vede la sua creazione quasi come un’organizzazione no profit. Tanto che monetizza solo per espandere, sviluppare e gestire la piattaforma.
6 Il boom nella quarantena italiana
Se già la diffusione di Telegram cresceva nel pre-Covid a doppia cifra, durante la quarantena ha raggiunto nuovi, altissimi picchi, specie in Italia. L’impressione empirica è che, soprattutto dall’inizio dell’anno e con la diffusione della pandemia, in tanti italiani abbiano dato una chance alle app di messaggistica alternative, Telegram in primis, probabilmente su spinta di amici già iscritti o per ovviare ai rallentamenti dei servizi più affermati. Un’ipotesi in parte confermata dalle tendenze delle ricerche per il termine Telegram, mostrato da Google Trends. La scoperta dell’applicazione di messaggistica alternativa a WhatsApp si inscrive in ogni caso in un processo di digitalizzazione forzata della popolazione italiana, costretta a trovare forme di incontro alternative e remote.
7 Il cloud
Telegram, a differenza di Whatsapp, è un’app di messaggistica interamente basata sul cloud. Questo significa che il trasferimento da un dispositivo all’altro è immediato e indolore: basta una veloce verifica e tutte le chat, i messaggi, i video, i file compaiono automaticamente sul nuovo smartphone, tablet o computer. Il vantaggio non è soltanto la facilità di backup delle proprie conversazioni, ma anche e soprattutto la possibilità di utilizzare Telegram senza soluzione di continuità su tutti i propri dispositivi. Questa caratteristica, da sola, rende Telegram molto più versatile, soprattutto per chi vuole utilizzare l’app per gestire le comunicazioni professionali e i gruppi di lavoro in remoto.
8 Il rischio pirateria
L’efficacia dei sistemi di anonimizzazione degli utenti e la protezione crittografica dei contenuti si è dimostrata terreno fertile anche per utilizzi illeciti e per la diffusione di gruppi in cui vengono condivisi materiali piratati, pornografici o più generalmente illegali.
9 Il blocco in Russia
Dopo una serie di “incomprensioni” con il Cremlino su questioni legate al conflitto in Ucraina, nell’aprile del 2014 i fratelli sono stati estromessi dalla gestione di VKontakte, il social network da loro fondato più diffuso in Russia, e hanno scelto la strada dell’autoesilio. Non solo. Dal 2018 Telegram è vietato in Russia. Il motivo? Le stringenti misure sulla crittografia dei messaggi e delle chiamate l’applicazione non andavano d’accordo con il Cremlino.
10 I vocali a gran velocità
Molto utile infine per chi manda parecchi messaggi vocali la possibilità di riprodurli a velocità 2x, in modo da dimezzare i tempi di ascolto delle elucubrazioni di amici particolarmente prolissi.