Tim Berners-Lee

Lettera aperta di Tim Berners-Lee.
I tre punti deboli di Internet

Quando il 12 marzo 1989 Tim Berners-Lee lanciò la tecnologia che di lì a poco avrebbe dato vita al World Wide Web, furono in realtà poste le basi che avrebbero per sempre cambiato il modo di comunicare.
In altri termini, l’informatico britannico, insieme a Robert Cailliau, aveva inventato Internet. Come sempre succede però, quando le intuizioni assumono dimensioni planetarie, il rischio che la creatura appena concepita sfugga al proprio controllo è altissimo. E questo è quanto accaduto alla Rete che insieme agli enormi vantaggi di cui sta usufruendo l’intera umanità, riserva aspetti preoccupanti e di difficile gestione.
Tim Berners-Lee, Fondatore e Presidente della World Wide Web Foundation, prova ad analizzarli. Attraverso una lettera aperta composta da tre punti riassume il suo pensiero. Nella missiva si elencano le tre attuali debolezze della Rete, gli aspetti che andrebbero cambiati al fine di garantire uno strumento che assicuri benefici a chi ne fa uso anziché danneggiarlo.

PUNTO 1: le fake news ossia le “bufale”
Notizie shock, annunci di morte del tutto infondati, narrazione di fatti mai avvenuti e chi più ne ha più ne metta. La deriva dell’informazione cui stiamo assistendo assume sempre più i tratti di una disinformazione voluta e calcolata. Tutto ciò al fine di guadagnare audience, click e denaro. Il problema è sempre più avvertito e negli ultimi mesi ha travolto anche i social network, Facebook compreso.
«Più clicchiamo su un sito Web più questo guadagna, spiega Berners-Lee. Le informazioni pubblicate on-line servono per proporci notizie in linea con i nostri interessi. Le fake-news raccontano falsità in grado di espandersi a macchia d’olio e in poco tempo alterando il normale svolgimento dei fatti, anche in ambito finanziario e politico».

PUNTO 2: più attenzione nel divulgare i propri dati personali
Non c’è servizio o registrazione on-line che non ci chieda dati e informazioni personali o di accettare punti e condizioni. Lunghi e illeggibili paragrafi che quasi sempre accettiamo senza alcuna cognizione di causa, pur di raggiungere il nostro scopo. «Nel far questo, fa notare Berners-Lee, rinunciamo ai benefici che otterremmo se dispensassimo di noi meno informazioni. Non solo, lasciare che sconosciuti sappiano tutto sul nostro conto significa permettere loro di tracciarci, con buona pace della privacy e mettendoci talvolta in pericolo».

PUNTO 3: contenuti politici più trasparenti
Se n’è parlato tanto in occasione delle ultime elezioni americane. Quella della propaganda politica attraverso i social network è una questione davvero spinosa. Candidati e sostenitori di ogni colore e ideologia possono veicolare messaggi volutamente contraddittori a platee d’ascolto differenti. Una comunicazione viziata in partenza che ha effetti diversi su interlocutori diversi con il risultato di sottrarre audience alla parte avversa. «Durante le elezioni americane, su Facebook giravano ogni giorno almeno 50mila varianti dello stesso messaggio», commenta Tim Berners-Lee, ritenendo questo modo di fare inaccettabile e per nulla etico e trasparente.

Per concludere la lettera, il guru del Web ammette che la sfida è ardua e dall’esito incerto. Occorre che vi sia consapevolezza e determinazione da parte di chi ogni giorno fa uso della Rete, per rimettere Internet sui binari giusti.

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