Tim Cook

Tim Cook: “spegnete le notifiche push!”

Non accade spesso che l’amministratore delegato di un’azienda che produce smartphone suggerisca ai propri clienti di riporre, di tanto in tanto, il principale prodotto dell’azienda.
Ma è proprio ciò che ha detto ieri l’amministratore delegato di Apple, Tim Cook, parlando al TIME 100 Summit. La conferenza ha ospitato keynote di alto livello e ha visto, fra i vari partecipanti, la presenza dell’ex segretario di stato Hillary Clinton, la speaker della Camera statuntense Nancy Pelosi, la fondatrice di MeToo Tarana Burke, il produttore televisivo Ryan Murphy, l’attrice e imprenditrice Tyra Banks e molti altri ancora.

Nel suo intervento Tim Cook ha detto che Apple non ha mai creato l’iPhone per essere usato costantemente. “Apple non ha mai voluto riempire in toto il tempo degli utenti”, ha dichiarato il Ceo di Apple, puntualizzando di avere silenziato le proprie notifiche push.
Certo, c’è da chiedersi quali fossero allora le reali intenzioni di Apple, considerando il fatto che gli iPhone permettono di ricevere notifiche riguardo a decine, centinaia, migliaia di app e servizi. Tuttavia, non è la prima volta che Cook parla dell’uso personale di iPhone.

Lo scorso anno Cook aveva dichiarato che molte persone passano troppo tempo attaccate al loro iPhone.

Nel giugno 2018, nella giornata di apertura della conferenza per gli sviluppatori di Apple, la società di Cupertino aveva presentato Screen Time, una funzione di iOS che misura il tempo di utilizzo del proprio iPhone e delle app installate sul dispositivo. In quella circostanza, Cook aveva detto alla CNN che prima di far girare Screen Time, si era sempre considerato un utente iPhone disciplinato. Dopo aver monitorato i suoi comportamenti con Screen Time, si è reso conto che si stava sbagliando.

Se non lo state facendo – se avete un iPhone e non lo state facendo, vi incoraggio a farlo – monitorate le notifiche push. La conseguenza che ha avuto su di me è che sono entrato [nel mio iPhone] e ho rimosso un gran numero di notifiche. Mi sono chiesto: ho davvero bisogno di ricevere migliaia di notifiche al giorno? È qualcosa che aggiunge valore alla mia vita? Mi stanno rendendo una persona migliore. E così sono entrato e ho spazzato via tutto”. – Tim Cook, CEO, Apple

Le dichiarazioni di Cook non sono certo passate inosservate e molti consumatori hanno commentato le parole del Ceo dell’azienda californiana. Alcuni le hanno valutate come giudizi sensati, altri hanno ironizzato su forum e community riguardo alle frasi pronunciate durante il discorso. Un utente in risposta all’invito di Cook ha scritto: “Io l’iPhone l’ho riposto ormai anni fa…“. Un altro ha chiosato: “Apple dovrebbe smettere di pensare di sapere sempre cosa è meglio per i propri clienti“.

Cook ha poi affrontato anche un altro argomento, quello della privacy online affermando che i regolamenti per proteggere chi naviga sul web o utilizza app hanno maggiori probabilità di emergere in Europa che negli Stati Uniti. Il Ceo di Apple ha definito il regolamento europeo sulla protezione dei dati (GDPR) “un passo nella direzione giusta”.

Tim Cook ha aggiunto di ritenere che l’America sia oggi più preoccupata della privacy di quanto non lo fosse nel 2016. All’inizio di quell’anno, l’FBI aveva intimato a Apple di sbloccare un iPhone 5c appartenente a Syed Farook, il killer di San Bernardino. Apple non aveva rispettato la sentenza del tribunale che chiedeva che il telefono fosse sbloccato, temendo che se avesse realizzato una versione speciale di iOS per sbloccare il dispositivo di Farook, il software avrebbe potuto diventare pubblico. E se quel software (soprannominato Govt. OS) fosse diventato pubblico, qualsiasi iPhone avrebbe potuto essere sbloccato. Cook, in quella circostanza, aveva commentato la richiesta del governo a Apple di sbloccare il telefono di Farook con le parole “Not the finest hour” (non il momento migliore). Alla fine l’FBI ha utilizzato un dispositivo di terze parti per sbloccare l’iPhone 5c non trovandovi indizi relativi alla sparatoria