Le associazioni dei consuatori plaudono alla multa di due milioni di euro inflitta da AgCom a Tim, Vodafone e Wind, per aver modificato indebitamente e in massa i contratti con i propri clienti dando loro da un lato la possibilità di continuare a parlare per 48 ore alla scadenza del contratto nel caso non vi fossero fondi per rinnovarlo, ma dall’altro imponendo un pre-addebito di 0,99 euro per continuare a fruire dell’offerta telefonica sottoscritta (Wind 3, Vodafone) o di 0,90 euro al giorno per due giorni (Tim).
Soldi poi subito sottratti all’utente dopo la ricarica (che quindi viene subito decurtata di quell’importo).
Il Codacons rincara la dose: “Tale prassi portava gli utenti a spendere inconsapevolmente soldi per chiamate o traffico internet, anche in caso di esaurimento del credito, a causa di modifiche unilaterali dei contratti che, come al solito, vanno a discapito dei consumatori – spiega il presidente Carlo Rienzi – Le compagnie telefoniche non sanno più che inventare per aumentare i propri guadagni, e lo dimostrano le altre pratiche scorrette denunciate di recente dal Codacons, come i costi delle ricariche telefoniche dirottati su servizi premium non richiesti dagli utenti, pratica di recente bloccata dall’Agcom dopo un nostro esposto”.
In pratica l’Authority ha stabilito che le compagnie telefoniche possono variare unilateralmente le clausole inserite nel contratto, pur assicurando il diritto di recesso, ma non possono imporne di nuove, perché rappresenterebbero di fatto un nuovo e differente contratto, che entrambe le parti dovrebbero sottoscrivere.
Concedere ai cliente l’opportuità di parlare e utilizzare traffico dati anche a opzione non rinnovata può a prima vista sembrare un servizio utile, ma non può rivelarsi un costoso boomerang per il cliente stesso che, si ritrova la propria ricarica immediatamente decurtata di 1 euro.
Comminata la multa ora l’Autorità e l’Antitrust devono occuparsi dell’annosa vicenda (una delle peggiori e più antipatiche della storia delle telefonia naizonale) delle bollette a 28 giorni.
“Ora – continua Codacons – aspettiamo dall’Autorità per le comunicazioni e dall’Antitrust una nuova sanzione verso gli operatori telefonici per i mancati rimborsi delle bollette a 28 giorni, e ricordiamo agli utenti che è possibile richiedere gli indennizzi cui hanno diritto attraverso il sito www.codacons.it. Proprio sulla questione dei rimborsi il Codacons ha chiesto alle compagnie l’apertura di un tavolo di lavoro per semplificare le procedure e ottenere il rispetto delle disposizioni di Agcom e Consiglio di Stato” – conclude Rienzi.
Molto attiva su questo fronte anche Adiconsum che a 2 mesi e mezzo circa dal lancio dell’iniziativa per aiutare i consumatori che sono stati vittime delle bollette telefoniche fatturate ogni 28 giorni a rientrare in possesso dei soldi pagati in più, ha ricevuto e inviato agli operatori telefonici Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb oltre 9.000 reclami..