Da giugno le trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina si sono interrotte e da allora si è registrato un stallo totale, fino ad oggi. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha infatti comunicato i permessi ad alcune aziende di vendere merci a Huawei.
Si tratta di beni “non sensibili”, apparentemente riferendosi a Huawei come una minaccia alla sicurezza nazionale. I prodotti in questione probabilmente si riferiscono a qualsiasi cosa che non minacci la sicurezza nazionale nonostante le affermazioni siano vaghe e non rivelino davvero cosa vada bene e cosa no. E’ probabile che Trump voglia concedere a Huawei un po’ di indulgenza in merito al suo divieto per raggiungere un beneficio per entrambe le parti coinvolte.
La chiave
E’ Huawei la chiave tra i colloqui commerciali: Jinping ha affermato a giugno prima del vertice del G20 di Osaka che non avrebbe negoziato a meno che Huawei non fosse stata al centro dei negoziati. Ed è per questo motivo che Trump spera in nuove trattative e colloqui commerciali con questa mossa, in virtù dell’arrivo della prossima generazione 5G wireless.
Su questo fronte gli USA hanno cercato un accordo con Ericsson e Nokia come fornitori di hardware di telecomunicazione e Altiostar con sede negli Stati Uniti per il software, ma potrebbero non essere competitivi dal punto di vista dei prezzi come Huawei a patto che non si intervenga direttamente con dei sussidi statali.
Huawei possiede il 15% di tutti i brevetti 5G essenziali per gli standard. L’azienda è anche il secondo produttore di smartphone al mondo, secondo solo al colosso sudcoreano Samsung Electronics e investe 11 miliardi di dollari all’anno nell’economia americana, uno dei motivi che ha motivato Trump a fare un confronto all’inizio di quest’anno e consentire alle aziende high-tech di iniziare a vendere di nuovo a Huawei.
Huawei: la “minaccia alla sicurezza nazionale”
Da metà maggio, Huawei si è difesa dagli attacchi dell’amministrazione Trump assicurando di non essere una minaccia alla sicurezza e che non sta spiando i cittadini americani, né intende farlo. Affermazioni in contrapposizione con le ricostruzioni del Wall Street di questa estate, in cui è stato “dimostrato” come i tecnici Huawei che istituiscono “città sicure” digitali nei governi africani di Uganda e Zambia sia in grado di eseguire lo spionaggio sui nemici del governo in due giorni, al contrario degli sforzi di Israele di decifrare piattaforme di messaggistica crittografate come WhatsApp.