Se ne parlava da tempo e alla fine la tanto agognata rivoluzione è arrivata. Twitter raddoppia infatti il numero dei caratteri a disposizione degli utenti per i tweet, che passano dagli attuali 140 a 280. Per ora siamo in fase di sperimentazione ma presto la modifica (a meno di clamorosi ripensamenti) diventerà ufficiale.
Twitter: limiti e pregi
Del resto il cambiamento era nell’aria, sia perché il social network continua a perdere terreno nei confronti del più versatile Facebook, sia perché gli investitori reclamavano a gran voce l’attesa modifica. Eppure si è atteso fino ad oggi e la cosa non stupisce per nulla. Ampliare il numero dei caratteri significa snaturare un social network che è diventato famoso proprio grazie a questa peculiarità. La sintesi, del resto, è una dote e aiuta ad andare dritti al punto, particolare da non sottovalutare. Il rischio è quello di ampliare gli utenti da una parte ma avere un’emorragia di scontenti dall’altra.
Twitter: equità linguistica
E allora cosa fare per salvare capra e cavoli? Entra in gioco l’equità linguistica. Esprimere un concetto in lingua latina o anglosassone è più oneroso in termini di caratteri rispetto, ad esempio, a una lingua orientale come il cinese o il giapponese. Nasce da questo presupposto la giustificazione che porterà al fatidico cambiamento di quello che è stato definito un successo culturale ma un fallimento commerciale. E indovinate cosa conta di più…