Anche se l’UE intende imporlo a tutti i principali produttori, l’USB-C si è rivelato non così semplice da comprendere per gli utenti a causa delle sue varie compatibilità.
Nel dettaglio, lo standard USB-C può essere di tipo 2.0, 3.0 e 3.1, il che influisce sulla quantità di dati e sulla potenza in grado di gestire. L’USB Power Delivery è retrocompatibile, rivelandosi l’opzione migliore per caricare i dispositivi ma difficilmente i consumatori sanno cosa hanno nei cassetti. Alcuni cavi supportano solo poche decine di Watt, ma lo standard può supportare molta più potenza.
Finora, lo standard USB-C era limitato a 100W (20V a 5A). Ecco perché è raro trovare un laptop da gioco che si ricarica con l’alimentazione USB-C. Il più delle volte vengono usati connettori proprietari su macchine che consumano più di 100W.
I primi cavi 240W
Nel maggio 2021, l’USB Implementers Forum (USB-IF) ha rilasciato l’aggiornamento USB-C 2.1 che descrive lo standard Extended Power Range (EPR). In particolare, questo standard consente all’USB-C di supportare l’erogazione di potenza fino a 240W o fino a 48V a 5A.
Ancora più complicato
Un esempio di quanto sia complesso l’argomento? Club3D, un piccolo produttore, ha appena lanciato un nuovo cavo in grado di fornire fino a 240W di potenza. L’azienda offre quindi tre cavi, due sono dotati di alimentazione, dati e video mentre un altro è limitato all’alimentazione e dati più lenti (USB 2.0).
Non ci sono soluzioni
Mentre l’idea di un unico cavo compatibile al 100% rappresenterebbe la soluzione ideale, la realtà dei fatti è un caos di prodotti per uno standard che sembra semplice da usare, ma porta alla frustrazione per colpa di mancate indicazioni sul motivo per cui alcuni cavi e funzionalità non siano utilizzabili su tutti i dispositivi.