whatsapp-facebook

Whatsapp: multa di 3 milioni dall’Antitrust

Pratica commerciale scorretta. È con queste parole di condanna che inizia il provvedimento sanzionatorio dell’AGCM (l’autorità garante della concorrenza e del mercato) nei confronti di Whatsapp, deliberato nella riunione dell’11 maggio.

Il procedimento, iniziato alcuni mesi fa, riguarda la condotta, posta in essere da WhatsApp nei confronti della propria clientela, consistente nell’aver indotto gli utenti ad accettare integralmente le modifiche apportate ai Termini di utilizzo dell’applicazione, in data 25 agosto 2016, con, in particolare, pre-impostata l’opzione di condividere con Facebook alcuni dati personali del proprio account WhatsApp per l’utilizzo dei medesimi da parte di Facebook a fini di profilazione commerciale e pubblicitari.

In caso di non accettazione veniva prospettata l’interruzione del servizio.

A coloro che erano già utenti dell’applicazione alla data dell’aggiornamento, WhatsApp consentiva, in realtà, di accettarne anche solo “parzialmente” i contenuti. L’utente avrebbe potuto, in particolare, decidere di non fornire l’assenso a condividere le informazioni del proprio account WhatsApp con Facebook e continuare, comunque, a utilizzare l’app.

La sanzione comminata per questo comportamento, una vera stangata, è di 3 milioni di euro. Contro tale provvedimento può essere proposto un ricorso davanti al Tar del Lazio.

Whatsapp: le clausole vessatorie

Un secondo provvedimento ha riguardato invece la presunta presenza di alcune clausole vessatorie all’interno dei termini di utilizzo dell’app di messaggistica istantanea. Sono state sentite le parti, le associazioni dei consumatori e ascoltata la difesa e, come conseguenza, il Garante ha accertato una seconda violazione.

Si rimproverano, soprattutto, la genericità nell’assunzione e nella limitazione delle responsabilità in capo al servizio, il fatto di riservarsi unilateralmente il diritto di sospendere il servizio senza motivo né preavviso, anche rispetto al singolo utente, e di modificare, anche in termini economici, le condizioni d’uso, sono state ritenute dall’AGCM clausole di natura vessatoria.

Whatsapp avrà ora l’obbligo di pubblicare per 20 giorni un estratto di tale provvedimento e a inviare a tutti gli utenti una notifica diretta dell’avvenuta pubblicazione. In caso contrrio arriverà un’altra sanzione, compresa fra i 5.000 e i 50.000 euro.