X diventa a pagamento: 1 dollaro all’anno per postare contenuti

X (il vecchio Twitter) ha annunciato un nuovo piano di abbonamento a pagamento che mira ad affrontare il problema dei bot post e dello spam in crescita sulla piattaforma.

Con il servizio di abbonamento Not-A-Bot, tutti i nuovi utenti di X dovranno pagare l’equivalente di 1 dollaro all’anno per verificare il proprio account prima di poter iniziare a pubblicare. Il programma sarà al momento avviato in fase di test in Nuova Zelanda e nelle Filippine, ma altre regioni potrebbero presto seguire. I già utenti X non saranno interessati dal nuovo programma.

La configurazione di un nuovo account X richiederà prima una verifica telefonica, seguita dal pagamento di uno dei piani di abbonamento.

Secondo il comunicato rilasciato da X, i nuovi utenti della versione web di X potranno pubblicare contenuti, come post, rispondere, ripubblicare, nonché citare e aggiungere ai segnalibri i post di altri account. I nuovi utenti che rinunciano ai piani di abbonamento potranno solo leggere post, guardare video e seguire gli account.

Nonostante la somma modesta, la tariffa di 1 dollaro per accedere alle funzionalità di base segna un cambiamento importante per il servizio di social media, gratuito sin dal suo debutto come Twitter nel 2006.

Poco dopo l’annuncio, Elon Musk, proprietario della piattaforma X, ha twittato “Puoi leggere gratuitamente, ma scrivere costerà 1 dollaro all’anno”.

È l’unico modo per combattere i bot senza bloccare gli utenti reali“, ha continuato Musk. “Questo non fermerà completamente i bot, ma sarà 1000 volte più difficile manipolare la piattaforma“.

Martedì X aveva anche pubblicato i “Termini e condizioni Not-a-Bot”, delineando il piano per un servizio di abbonamento a pagamento.

Musk covava da tempo l’idea di far pagare agli utenti 1 dollaro per accedere alla piattaforma. Durante una conversazione in live streaming con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu il mese scorso, Musk aveva affermato: “È l’unico modo che mi viene in mente per combattere vasti eserciti di robot”.

Ottenere i dati della carta di credito degli utenti – inoltre – aiuterebbe anche la visione di Musk di trasformare X in una “app completa”, che consenta agli utenti di effettuare acquisti direttamente dalla piattaforma. Tuttavia, data la tumultuosa reputazione dell’azienda sotto l’egida di Musk, alcuni utenti hanno espresso la loro esitazione a fornire i dati della propria carta di credito alla notizia del lancio del piano da 1 dollaro.

La tumultuosa storia di X

Da quando il CEO di Tesla e SpaceX ha acquisito Twitter per 44 miliardi di dollari nel novembre 2022, la società è stata sconvolta da una serie di cambiamenti, tra cui numerosi licenziamenti – che hanno eliminato il 75% del personale – e l’allentamento della policy di moderazione dei contenuti. Musk ha difeso la mossa come parte del suo impegno per la libertà di parola, ma molti grandi brand hanno smesso di fare pubblicità su X a causa dell’eccessiva presenza di contenuti offensivi.

A maggio, Musk aveva chiesto a Linda Yaccorino, capo della pubblicità di NBC Universal, di prendere le redini di X in qualità di CEO, una mossa intesa a riportare gli inserzionisti dei grandi marchi sulla piattaforma. In un’intervista sul palco della Code Conference di Vox il mese scorso, Yaccarino aveva affermato che il 90% dei 100 migliori inserzionisti era tornato nelle 12 settimane precedenti e che la società si stava avvicinando al punto di pareggio in termini di flusso di cassa operativo.

Tuttavia alcuni hanno messo in dubbio la possibilità, da parte della Yaccarino, di ricostruire il business pubblicitario, considerata l’abitudine di Musk a prendere decisioni impulsive e potenzialmente controproducenti.

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