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Xiaomi: nessun rischio di censura cinese secondo una nuova inchiesta tedesca

Nel settembre 2021, gli smartphone di Xiaomi sono stati accusati di applicare una censura celata a favore della Cina. Il governo lituano, infatti, ha criticato il brand per aver installato sui propri dispositivi un software che identifica parole o gruppi di parole che potrebbero andare contro la politica perseguita dal governo di Pechino con conseguente cancellazione su determinate applicazioni o sul browser web.

Vilnius ha affermato che 449 termini come “Tibet libero” o “ lunga vita all’indipendenza di Taiwan” sono stati censurati. Xiaomi si è prontamente difesa negando le accuse e assumendo “un esperto indipendente”.

Nessuna prova contro Xiaomi

Nel frattempo, in Germania ha condotto l’indagine anche l’Ufficio federale per la sicurezza informatica, i cui risultati sono oggi pubblicati da Reuters. Il Consiglio non è stato in grado di identificare eventuali anomalie che richiedessero ulteriori indagini o altri interventi.

In altre parole, non ci sono prove (o non sufficienti) per indicare che Xiaomi stia effettivamente giocando a favore della censura del regime filo-cinese. Il regolatore tedesco quindi non supporta le accuse della Lituania e non starebbe portando avanti alcuna campagna per ottenere una sanzione contro il produttore di smartphone.

Buone notizie per l’azienda, ma allo stato attuale non è chiaro se questo concluda davvero la vicenda. Ci potrebbe essere nuova svolta nelle prossime ore o ulteriori rivelazioni da parte del Ministero della Difesa lituano. Insomma, le tensioni tra Vilnius e Pechino non sembrano essersi del tutto placate.

Il comunicato ufficiale di Xaomi

In risposta alla vicenda, il portavoce di Xiaomi ha dichiarato: “Xiaomi è lieta di comunicare che i risultati dell’indagine condotta dall’UfficioFederale Tedesco per la Sicurezza delle Informazioni (BSI), pubblicati ieri, confermano il nostro impegno a operare in maniera trasparente, responsabile e prioritaria nei confronti della privacy e della sicurezza dei nostri clienti. È una dimostrazione del fatto che aderiamo a tutte le leggi europee e nazionali sulla privacy e la sicurezza dei dati, così come a tutti gli standard europei applicabili per i dispositivi. Apprezziamo lo scambio con gli utenti, le autorità di controllo e altri stakeholder come la BSI, poiché siamo impegnati costantemente a migliorare e innovare”.

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Andrea Puchetti

Appassionato di tecnologia fin dalla nascita. Sempre in giro con mille gadget in tasca e pronto a non farsi sfuggire le novità del momento per poterle raccontare sui canali di Cellulare Magazine.