Telefonia e politica si scontrano nuovamente. Dopo il caso Huawei-Usa e Apple-Cina, ora è Xiaomi ad avere problemi nelle vendite dei suoi dispositivi in Finlandia. Telia, DNA ed Elisa, I tre principali operatori finnici, hanno deciso di sospendere le vendite dell’azienda cinese in risposta alla presenza del marchio in Russia dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.
Xiaomi è stata dichiarata “sponsor internazionale della guerra” dall’Agenzia nazionale per la prevenzione della corruzione in Ucraina all’inizio di quest’anno a causa della sua presenza attiva in Russia. L’insoddisfazione per le attività di Xiaomi in Russia ha portato Telia a rinunciare alla collaborazione con il produttore di telefoni e a non vendere nuovi dispositivi; venderà solo quelli in stock.
Non tutti però, concordano con questa azione di boicottaggio. Gigantti e Verkkokauppa, due importanti retailer finlandesi hanno dichiarato che finchè la UE non vieterà a Xiaomi di commercializzare i proprio prodotti in Russia, continueranno a vendere i suoi dispositivi.
I negozi di DNA, invece, non hanno più i telefoni Xiaomi in vetrina. Il CEO di DNA, Sami Aavikko, ha dichiarato che la sua società non è soddisfatta della gestione della situazione in Russia da parte di Xiaomi e che non prevede di riapprovvigionare le scorte una volta esauriti i dispositivi in magazzino.
Elisa ha adottato un approccio più mite e si limiterà a restringere la gamma di dispositivi Xiaomi in listino, ha affermato Olli-Pekka Nokkonen, responsabile dei terminali del carrier finlandese.
Xiaomi, per il momento, ha deciso di non commentare la notizia.
La Finlandia, storicamente, nutre sentimenti anti-russi da oltre un secolo e nel 1939 è stata vicina a essere invasa, una situazione molto simile a quella verificatasi in Ucraina il 24 febbraio 2022. Secondo un sondaggio dello scorso anno, tre quarti (76%) della popolazione finlandese ha una visione negativa della Russia e oltre il 90% ritiene che la Russia costituisca una minaccia per la pace nel mondo.