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Xiaomi vince il primo round nella causa contro il Governo americano

Un giudice federale di Washington ha bloccato il provvedimento emesso dal Dipartimento della Difesa americana teso a limitare gli investimenti statunitensi nel produttore cinese di smartphone Xiaomi Corp.

Negli ultimi giorni dell’amministrazione Trump, il Dipartimento della Difesa aveva infatti inserito Xiaomi in un elenco di società con presunti collegamenti con le forze armate cinesi.

Ma venerdì, il giudice distrettuale degli Stati Uniti Rudolph Contreras ha sospeso temporaneamente il divieto. Il primo round di questo match va dunque a Xiaomi che ha sostenuto come la mossa da parte del governo degli Stati Uniti fosse “arbitraria e capricciosa” e privasse la società del diritto a un giusto processo. Contreras ha affermato che Xiaomi dovrebbe ottenere una piena revoca del divieto nel corso della causa e ha emesso un’ingiunzione preliminare per evitare che la società subisse “danni irreparabili”.

Il giudice è andato oltre dicendo: “La corte è alquanto scettica sul fatto che in questa vicenda vi siano implicati importanti interessi di sicurezza nazionale”. Il Dipartimento della Difesa americano per il momento non ha commentato la vicenda.

Lo fa fatto invece ufficialmente Xiaomi, con una nota che vi proponiamo qui di seguito integralmente.

“Xiaomi è lieta di constatare che il 12 marzo la Corte ha ordinato un’ingiunzione al Dipartimento della Difesa americano per impedire l’attuazione o esecuzione della designazione di Xiaomi come CCMC. In conformità al provvedimento concesso, la Corte ha annullato completamente e con effetto immediato la restrizione dell’Ordine Esecutivo 13959 che vietava alle società statunitensi di acquistare i titoli di Xiaomi e l’obbligo di cedere le loro partecipazioni azionarie. 
Xiaomi ribadisce ancora una volta di essere una società ampiamente controllata, quotata in borsa e gestita in modo indipendente che offre prodotti di elettronica di consumo esclusivamente per uso civile e commerciale. Xiaomi ritiene inoltre che la decisione di designarla come una azienda militare comunista cinese sia arbitraria e irragionevole, e la Corte è dello stesso parere. Ad ogni modo, Xiaomi ha intenzione di proseguire chiedendo l’illegittimità della designazione e la sua revoca permanente. 
Xiaomi è un’azienda tecnologica giovane ed estremamente dinamica che nel corso di questi anni ha offerto ai consumatori di tutto il mondo prodotti sorprendenti a prezzi onesti e che continuerà a lavorare incessantemente e con impegno con i propri partner globali per permettere a tutti di godere di una vita migliore attraverso una tecnologia innovativa” – ha dichiarato un portavoce di Xiaomi.​